Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario: a lezione di storia da Aldo Cazzullo

Con la collaborazione del Festival della Comunicazione, il Comune di Camogli ha offerto a studenti e insegnanti una lezione di storia molto interessante e mai scontata, attraverso il racconto di Aldo Cazzullo, introdotto da Danco Singer, per celebrare il Giorno della Memoria, la cui data, 27 gennaio, è ormai vicina. Tale giornata, ci hanno ricordato le autorità e lo scrittore, è stata stabilita in forza del valore del ricordo che è fondamentale perché non si affievolisca mai l’eco delle atrocità inenarrabili del nazifascismo e non si ricada mai più in tale disumanità portata agli estremi.

Dopo un breve excursus della storia dal 1922 – inizio della dittatura di Mussolini – al 1945 – fine della guerra – passando per il 1933 in cui Hitler è salito al potere, Aldo Cazzullo ha ricordato agli studenti che i nazisti non hanno soltanto sterminato gli ebrei, ma anche ucciso disabili, omosessuali, ROM e tutti quelli che con qualsiasi modalità, anche non violenta, hanno provato a mettere un freno alla loro follia omicida.

Ha messo, poi, la platea davanti alla terribile verità che il genocidio è stato anche responsabilità italiana, certamente di una sola piccola parte di italiani, accanto ai quali molti, invece, hanno dato la vita per la vittoria del bene. Cazzullo ha ricordato che la lotta contro il nazifascismo non è mai stata una mera questione ideologica o di partito, ma una questione di umanità: chi ha salvaguardato la propria umanità, a disprezzo della stessa vita, in qualunque ruolo fosse, con qualsiasi gesto messo in atto, più o meno coraggioso, ha contribuito a far vincere il bene sul male.

Ha poi raccontato il suo incontro con Edith Bruck, la scrittrice ebrea sopravvissuta ad Auschwitz e a Dachau per piccoli gesti bruschi, ma salvifici, di soldati tedeschi: lo spostamento da un gruppo a un altro, due dita di marmellata lasciatele in una gavetta, la scelta di non sparare a chi aveva avuto il coraggio di tener testa a un soldato. Per la scrittrice ungherese è importante la memoria, perché se essa si affievolisce con il trascorrere degli anni, cresce il pericolo della negazione, pericolo di cui si era già accorto Primo Levi, il celebre autore de I sommersi e i salvati, che da Auschwitz con la mente non era mai uscito.

Alla domanda del conduttore sulla ragione per cui in Germania tutta una popolazione si sia fatta artefice della Shoah, il giornalista ha parlato di nazionalismo: dietro al nazifascismo c’è il nazionalismo, non il patriottismo, che, invece, è l’amore verso la propria terra. Il nazionalismo ha portato alle dittature e soltanto le dittature nella storia hanno scatenato guerre, mai le democrazie. Un’altra ragione, oltre alla frustrazione dei tedeschi per la sconfitta nella I Guerra Mondiale, è il fatto che l’idea di uguaglianza di tutti gli uomini sia nuovissima, anche se insita già nella Bibbia: ogni dittatura si è sempre fondata sulla disuguaglianza.

Aldo Cazzullo ha concluso il suo intervento ricordando alla platea che è una fortuna essere italiani, perché l’Italia nasce dalla bellezza, dalla cultura e dal sacrificio di quanti sono stati uccisi per non cedere alla barbarie e ha affidato ai giovani presenti il compito di ricordare per sradicare una volta per tutte l’antisemitismo e rendere l’Italia e il mondo un posto migliore.

Il messaggio di Aldo Cazzullo è potente e pieno di speranza per il futuro. È fondamentale che i giovani, custodi di un'eredità storica e culturale così ricca, sappiano riconoscere la bellezza della diversità e il valore della dignità umana, per costruire un mondo più giusto e inclusivo.