Ragazze, donne, resistenti, partigiane liguri...
...Le abbiamo incontrate ieri con le classi IV D e V L dell'indirizzo Tecnico Grafico del nostro Istituto ITP di Chiavari.
Belle, sorridenti, arrabbiate, deluse, coraggiose e fiere. Mina, Marina, Mariuccia, Bice, Gilda, Albertina, Vandina, Mirella e tante altre. Le abbiamo incontrate attraverso l'appassionata voce di Donatella Alfonso, scrittrice e giornalista che, attraverso un lungo lavoro di ricerca, ha raccolto le interviste di quelle figure trascurate dalla storia e spesso messe a tacere nei manuali e nella memoria. Voci talmente autentiche e significative che oggi non è più possibile collocare in disparte o affidare a una narrazione sentimentale o commemorativa.
Nelle diverse edizioni del suo libro "Ci chiamavano libertà”- Partigiane e resistenti in Liguria 1943-1945, Donatella Alfonso ha ridato voce ad esse, con grande rispetto, innanzitutto. Ha permesso loro di raccontarsi come forse alcune non avevano mai fatto prima.
Chiamandole affettuosamente "le mie ragazze", l'autrice è consapevole di come ormai pochissime siano rimaste in vita ma, nonostante ciò, esse diventano presenza vivissima nei suoi ricordi e nel suo libro. Ognuna con un nome di battaglia, ognuna con una storia talmente significativa da non poter essere dimenticata.
Le voci delle partigiane, tutte differenti le une dalle altre, sono accomunate da un desiderio profondo e condiviso di libertà. Per la prima volta, durante quei venti mesi della guerra di Liberazione, ma anche precedentemente, le donne hanno compreso che il loro ruolo avrebbe potuto essere diverso da quello che era stato loro affidato nel passato e nel fascismo.
Tutte hanno messo a rischio la vita, con coraggio, creatività, umiltà, e in alcuni casi spavalderia. Certo, la paura c’era, ma non ha determinato le loro scelte.
Chi è rimasta in vita, alla domanda dell'autrice se avrebbe rifatto tutto, ha risposto di sì, senza esitazione.
Così, ieri e nei giorni precedenti, a scuola, con i nostri ragazzi e ragazze, abbiamo compreso l'importanza della restituzione. Perché se è vero che la libertà è stata conquistata, è altrettanto vero che la nostra Costituzione va resa viva quotidianamente e che la storia si fa attraverso le singole scelte di ciascuno.
Questi racconti ci hanno permesso di costruire un filo, un legame vivo con le storie narrate tanto che i nostri studenti hanno voluto restituire voce ad esse con degli elaborati grafici e un elaborato multimediale. In fondo, l' età dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze coincide con quella di molte delle ragazze partigiane.
In fondo, la memoria va avanti anche così... voci raccolte da chi è disposto ad ascoltare e restituire a sua volta, lungo un tempo indefinito e senza termine. Perché finché ci sarà qualcuno pronto ad ascoltare, ci sarà qualcuno che avrà il desiderio di raccontare.
Lo sapeva bene Hanna Arendt quando scriveva "Qualcuno resterà sempre in vita per raccontare e perciò nulla può mai essere praticamente inutile, almeno non a lunga scadenza”.
prof.sse Ciuffarella, D'Isanto, Iudica
Guarda il video preparato per l'occasione: https://youtu.be/vGcmKVyGpZw