Concorso Giorno per la Memoria: il viaggio
I cinque alunni delle classi 5AWEB e 5BWEB Servizi Commerciali del nostro istituto, che erano stati premiati a gennaio nell’ambito del Corcorso 27 Gennaio, Giorno per la Memoria, sono partiti per il loro viaggio commemorativo sui luoghi della Shoah, accompagnati dal prof. Emanuele Alessio.
La parola memoria ha assunto un aspetto molto importante nell’occasione che si è presentata ad alcuni studenti e studentesse del nostro istituto; il viaggio affrontato nei luoghi degli orrori nazisti come Auschwitz e Birkenau ha fatto capire più che mai che la realtà di quelle pagine di storia non è così lontana da noi. Gli eventi si possono studiare sui libri, si possono conoscere attraverso i documentari, ma la visita di quei siti coinvolge ancora di più l’aspetto emotivo di ognuno di noi.
Studenti, docenti, dirigenti scolastici e accompagnatori hanno avuto l’occasione di crescere insieme perché le atmosfere dei luoghi incontrati hanno aiutato a conoscere un po’ di più gli stenti delle persone che hanno vissuto sulla loro pelle quelle tremende situazioni.
Le domande sul viaggio non sono mancate prima della partenza, tra chi era convinto di visitare questi luoghi (pur conoscendone la storia e il carico emozionale che avrebbe comportato) e chi si è fatto forza con i propri compagni conoscendo la mole di emotività che avrebbe trovato nel suo percorso. Si è comunque giunti alla risposta che questo viaggio andava fatto per ragioni diverse, tutte riconducibili alla memoria e a quelle tante pagine di storia di vita che si conoscono o che devono ancora essere ricostruite; a questo riguardo sono ancora vivi in noi le informazioni e i racconti di alcuni compagni di viaggio che facevano parte della nostra delegazione, grazie ad essi abbiamo conosciuto le vicende dei loro avi che, purtroppo, hanno vissuto l’esperienza di questi luoghi.
Dopo la visita sono molte le immagini che rimangono impresse nella mente, come l’ingresso di Auschwitz che presenta all’entrata la scritta “arbeit macht frei” (il lavoro rende liberi) che a rileggerlo a distanza di oltre mezzo secolo ghiaccia ancora l’animo, oppure tutto quello che è rimasto come la mole di scarpe, valigie, stoviglie e vestiario; ogni oggetto, ogni volto nelle foto, ogni luogo all’interno di questi campi è un invito a non dimenticare.
Il viaggio ha dato l’opportunità di conoscere anche Cracovia con alcune tappe molto
importanti come il quartiere Kazimierz che era centro di vita sociale e religiosa ebraica fino alla deportazione di massa eseguita durante l’occupazione nazista; storia che si riflette anche nel Museo della Fabbrica di Schindler: col suo allestimento immersivo è stata una visita molto coinvolgente e molto apprezzata dagli studenti; i cimeli, le esperienze proposte, l’evoluzione della storia dall’arrivo dei nazisti fino all’ingresso dei russi passando per le situazioni del quartiere ebraico hanno fatto percepire l’evoluzione della storia nelle sue diverse fasi.
L’occupazione nazista a Cracovia si riflette anche su una prestigiosa opera presente al Museo Czartoryski, la famosa “Dama con l’ermellino” di Leonardo da Vinci che era stata requisita dai tedeschi: i piani di Hitler e dei suoi seguaci hanno avuto riflessi anche nel mondo dell’arte. Il dipinto è stato poi recuperato in un secondo momento ed è tutt’ora visibile al pubblico (a differenza di molte altre opere trafugate per volere nazista ed ancora oggi irreperibili).
La tappa finale del viaggio ha previsto lo spostamento a Varsavia; agli occhi di tutti, questa città ha dato subito l’idea di essere stata la protagonista di grandi ricostruzioni comprese tra il periodo post-bellico e la contemporaneità. Questa impressione è stata poi confermata dalla visita al Museo dell’Insurrezione e dalla visione del filmato sulla distruzione della città avvenuta nel 1944 (quest’ultimo presso il Museo Warszawylim). Varsavia, come altre città durante il secondo conflitto mondiale, ha pagato il prezzo della guerra diventando teatro di grandi distruzioni. Non è facile realizzare pienamente quanto accaduto in questi luoghi; le ricostruzioni, i filmati di repertorio danno perfettamente l’idea di quello che era successo, ma lasciano grandi sensazioni di smarrimento come se ci fosse difficoltà a vedere il prima e il dopo guerra, come se quei luoghi vissuti nella quotidianità fossero stati spazzati via da qualcosa di surreale, ma che tanto surreale non è... perché, alla fine, è opera dell’uomo e forse quest’ultimo passaggio stranisce e lascia ancora più spiazzati.
A distanza di poco tempo, ma sicuramente anche tra qualche anno, rimarrà tantissimo di
questa esperienza in tutti noi; potrebbe sembrare banale, ma oggi come in passato e in futuro siamo tutti chiamati ad essere, nel nostro piccolo, custodi di queste memorie.